Parrocchia Sacro Cuore di Gesù

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(es. Mt 28,1-20):
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11 febbraio 2013

Benedetto XVI si dimette da papa

 

1. Le reazioni nel popolo di Dio: sorpresa, smarrimento, irritazione, tristezza, ammirazione, preghiera. Molti si chiedono: perché l’ha fatto? Che cosa significa per noi e per la Chiesa? Che cosa siamo chiamati a fare?

 

2. Il papa ha così motivato la scelta: - un discernimento di coscienza davanti a Dio; - certezza del venire meno delle  forze; - consapevole della gravità dell’atto; - piena libertà; - dichiarazione pubblica. Il papa è personalità rappresentativa dell’intera Chiesa, riferimento per la sua unità. Questa unità di ministero e persona gli conferisce il potere anche di sottrarsi al ruolo. Succede per la prima volta da 600 anni. Ci vorrà tempo per capire. Per la perfetta aderenza alle norme del diritto canonico, per la sincerità delle motivazioni, per la qualità spirituale e teologica delle ragioni la decisione è in ordine al bene della Chiesa e nasce su suggerimento dello Spirito.

 

3.1. Le interpretazioni ecclesiali. La domanda sulle dimissioni era già presente in Paolo VI e il Giovanni Paolo II. Il  primo l’ha rifiutata perché dalla «paternità» non ci si dimette, ma contestualmente suggeriva la dimissione dei vescovi a 75 anni e la rifiutava per sé soprattutto per il timore che un ex-papa poteva essere un ingombro eccessivo per il nuovo. Giovanni Paolo II l’ha rifiutata perche «non si scende alla croce» e ha scelto di vivere in pubblico e davanti alla Chiesa la sua agonia perché così ha interpretato la sua intera esistenza. Prima di loro furono firmate (ma non pubblicate e quindi non valide) due dimissioni: Pio VII prima di essere portato prigioniero a Fontainebleau da Napoleone e Pio XII quando avvertì il pericolo che le truppe naziste potessero deportarlo da Roma.

 

3.2. Nel caso di Benedetto XVI non ci sono ragioni politiche o storiche esterne alla vita della Chiesa a motivare la rinuncia. Ritiene di poter chiudere il suo servizio nella preghiera e nel silenzio. Ha voluto evitare che nei mesi della sua progressiva consunzione vi fossero decisioni che lui non avrebbe potuto controllare. Diventa un esempio storico di purificazione delle volontà carrieristiche nella Chiesa. Con questo suo ultimo gesto di governo affida alla successore e all’intera Chiesa l’interpretazione della decisione. Essa potrebbe aprire un tempo nuovo per un primato esercitato in conformità alle attese ecumeniche e all’eredità conciliare della collegialità.

 

3.3. Le interpretazioni dei media. Una prima, assai grezza, attribuisce la scelta alla battaglia dei lunghi coltelli nella curia vaticano. È la più semplice, la più spendibile per i media e la più inutile. Le differenze e i contrasti nella Chiesa come nella curia ci sono sempre stati, oggi sono enfatizzati dai media e, in ogni caso, non hanno mai prodotto spaccature di questo tipo. Una seconda, un po’ più raffinata, imputa le ragioni del gesto alle difficoltà complessive della Chiesa oggi, alle contraddizioni che le decisioni del papa hanno sollevato, al venire meno dei numeri e delle forze ecclesiali. Quello che non spiega è perché in altri momenti della storia, assai più difficili dei nostri, non sia mai successo e perché in altri tempi del pontificato, assai più turbolenti di questi mesi, nessuno abbia parlato di dimissioni.. Una terza interpretazione dice: è il trionfo della laicizzazione. Il papa stesso riconosce di dover scindere il ruolo dalla persona come in tutte le cariche democratiche dell’Occidente. Le rare dimissioni dei papi succedevano ben prima della democrazia e il papa le ha date da sé, non determinate da altri, e in base a ragioni propriamente spirituali ed ecclesiali.

 

4. Quali possibili significati spirituali per i credenti da questo fatto di grande rilievo storico?

- un esempio di purificazione  e di distacco che suona come invito alla penitenza e all’umiltà per tutta la Chiesa e per tutti i credenti.

- è un gesto di profezia sia nei confronti del mondo che delle altre fedi.

- sono le ragioni spirituale, ecclesiali e teologiche a reggere la decisione. Non ha senso prendere altrove le motivazioni di un gesto che è quello di un papa e di un credente.

- diventa uno stimolo perché ciascun credente sappia assumere ruoli, ministeri e funzioni senza comode deleghe e senza legami e sclerosi improprie.

- Joseph Aloisius Ratzinger affida alla preghiera il suo tratto ultimo di vita come servizio decisivo in coerenza con la consapevolezza da sempre coltivata che la forza del cristianesimo è nella preghiera comunitaria, nell’eucaristia. Da qui si parte e qui si ritorna.

P. Lorenzo, Gesù Redentore 17.2.2013

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